mercoledì 7 marzo 2012

Morte al cantiere e compensi al CdA.....

L’attenzione dell’Italia intera è tutta concentrata sui cantieri per la TAV in Val di Susa, elevati a simbolo del progresso, ma passa quasi sotto silenzio a qualche decina di chilometri, l’ennesimo incidente in cantiere, l’ennesima morte bianca nel cantiere del cosidetto termovalorizzatore del Gerbido, nella cintura tra Grugliasco e Torino.

Sabato è morto Antonio Carpini, 42 anni originario di Avellino, moglie e tre figli piccoli. Era il  caposquadra di una impresa edile, è precipitato da un’altezza di 30 metri ed è morto sul colpo. Accertamenti e indagini sono state avviate dalla magistratura per ricostruire la dinamica dell’incidente e accertarne la cause.

La storia del cantiere, aperto ormai da anni, racconta di vicende travagliate. Tanti stop and go, per gare d’appalto più o meno contestato, denunce e contro-denunce, ripartenze farraginose. TRM, la società che gestirà il termovalorizzatore, in segno di lutto per l’infortunio mortale ha deciso di sospendere per  un giorno (sic!) tutti i lavori di costruzione all’interno del cantiere. <… le autorità competenti stanno operando per ricostruire la dinamica dei fatti e individuare eventuali responsabilità>.

 Parole che suonano normali: un lavoratore muore sul lavoro, un giorno di lutto, le autorità che indagano, forse un risarcimento….. Frasi di circostanza, quasi automatiche, come è accaduto innumerevoli volte in tutta Italia, quasi tutti i giorni secondo le statistiche. E poi le polemiche tra chi critica, e le imprese che hanno sempre la coscienza immacolata. Si come tante altre volte in altri posti, ma intanto Antonio a casa non ci torna più!



E poi le polemiche tra chi critica, e le imprese che hanno sempre la coscienza immacolata. Si come tante altre volte in altri posti, ma intanto Antonio a casa non ci torna più!

Nell’essere vicini alla famiglia ci poniamo un interrogativo: l’inceneritore o termovalorizzatore come si preferisce dire adesso, era una di quelle grandi opere a livello locale, tanto contestate quanto salvifiche, perchè avrebbero risolto tutti i problemi dei diversi settori, in questo caso lo smaltimento dei rifiuti.

Le grandi opere sono sempre una sorta di evento salvifico, poi però non salvano nulla e tantomeno le vite umane.
Creano però tutte, indistintamente, nuovi speciali posti di lavoro.

 Fin dal 2006 è stato nominato il primo consiglio d’amministrazionesono durato dal 2006 al 2009, poi è succeduto un secondo (2009-2012) che verrà rinnovato quest’anno. Il CdA è composto da un presidente, un amministratore delegato e tre consiglieri di amministrazione, poi sindaci e revisori dei conti, e un comitato di controllo tecnico.
Gli attuali membri del CdA sono: Giuseppe Marsaglia Cagnola nominato dai soci di minoranza, il presidente; poi c’è Bruno Torresin in carica come amministratore delegato, nominato dal socio di maggioranza di TRM, la città di Torino; consiglieri confermati sono Mauro Battuello e Piergiorgio, nuovo è Mario Alfiero di Grugliasco.

Queste persone ci costano, anzi “ci” costano perché li paghiamo tutti noi,  euro più euro meno €115mila all’anno. Moltiplichiamo per i 6 anni già passati, e diventano circa €700mila euro, impiegati per retribuire persone sicuramente degnissime, ma che amministrano un qualcosa che ancora non c’è: sono stati pagati per amministrare un cantiere ! Ma dai ! Non è una cosa seria !

Purtroppo però da ieri è una cosa tragica.

E allora fra le tante riflessioni che questa ennesima morte bianca suscita, una è la più cruda: almeno questi cinque amministratori senza oggetto da amministrare, potevano darsi da fare per controllare la sicurezza dei lavoratori in quel munifico, per loro soltanto, cantiere

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